Questo post parla dei Medici di Myddfai, l’equivalente gallese della Scuola Salernitana.
Qui si trattava la medicina a tratti con rigore, a tratti con invocazioni agli dèi: è un Medioevo pre-scientifico in cui i l’eredità dei druidi è ancora presente, ma in una salsa celtica moderna.
Vediamo chi erano i Medici di Myddfai e perché sono così famosi, in Gran Bretagna.
Con una premessa.
La storia dei Medici di Myddfai
La Scuola Medica Salernitana non fu la unica: nella stessa epoca in cui nel sud Italia muoveva i primi passi la più famosa facoltà di medicina dell’Occidente, i gallesi non se ne stavano con le mani in mano.
Respinti i romani, scacciati gli anglosassoni, tenuti a bada i vichinghi, i gallesi si misero a studiare le discipline mediche.
Possiamo oggi ricostruire una buona parte di quelle attività pre-scientifiche, grazie all’eredità giuntaci oggi attraverso una quantità di documenti ed incunaboli.
Il primo di questi è il Libro Rosso di Hergest.

Frammento del Libro Rosso di Hergest, dove si parla dei Medici di Myddfai
Questo libro è una raccolta di pergamene scritte a cavallo tra il XIV e il XV secolo.
Scritte in gallese! Oltre al contenuto, è una gran testimonianza della lingua gallese medievale.
Il grosso del volume è occupato dalla poesia e dalla prosa gallese dell’epoca, in primo luogo il capolavoro della letteratura e del folklore gallese, il Mabinogion.
Ma c’è spazio anche per una raccolta di istruzioni mediche: come preparare un collirio per una determinata affezione, come somministrare un’erba per curare un certo sintomo, etc.
Chi è che decise di mettere per iscritto le perizie mediche del tempo? Permettimi anzitutto di presentarti Rhys Gryg.
Rhys Gryg era il principe di Deheubarth, un consistente pezzo di terra nel Galles centro-sudoccidentale.
Abile guerriero e stratega in tempi burrascosi, aveva al suo servizio un medico personale di nome Rhiwallon, che lavorava insieme ai suoi tre figli: Einion, Cadwgan e Gruffyd.
I quattro, vivevano in un paesino del Carmarthenshire, che oggi conta 400 abitanti circa: Myddfai.
La leggenda sulla scuola dei Medici di Myddfai
Qui, la storia si mescola alla leggenda, i fatti ai sogni. E l’inizio di quella scuola che si chiamerà Meddygon Myddfai, i Medici di Myddfai, salta avanti e dietro tra questi due mondi.
La madre di Rhiwallon, Nelferch, emerse da Llyn y Fan Fach, un lago di dieci ettari al centro di una cavità devoniana, a 500 metri d’altezza, all’interno del suggestivo parco nazionale Brecon Beacons.

L’incontro tra la madre e il padre di Rhiwallon in un’antica incisione.
Il suo futuro padre Gwyn, figlio di una vedova del luogo, lo mandava spesso a pascolare il bestiame.
Agli animali, piacevano assai le erbe che crescevano sui bordi del lago: così, un giorno, vide una bellissima fanciulla in mezzo all’acqua, a una certa distanza dalle sponde.
Il ragazzo s’innamora istantaneamente. La cerca, la ricerca, lei si nega ma alla fine accetta di sposarsi con lui. Ad una condizione: quando avesse ricevuto da lui la terza percossa, se ne se sarebbe ritornata al lago.
Lui giura che mai e poi mai l’avrebbe fatto.
Così diventano marito e moglie, prendono dimora in una fattoria a Esgair Llaethdy che è vicino a Myddfai, allevano bestiame magico, hanno tre figli e vivono felici.
Ahimé, amore amore ma… nel corso degli anni, arrivano le tre sventole.
Si rompe l’incanto a suon di sberle
Nelferch allora compie la promessa: ritorna al lago e vi sprofonda. Il marito, impazzito dal dolore, si reca al lago e vi si lancia, morendo annegato.
I tre figli, increduli e piegati dalla pena, sono quasi sul punto di seguire i genitori. Per giorni e giorni li cercheranno dalle rive del lago, con un filo di speranza.
E un giorno, le loro preghiere sono ascoltate.
Nelferch riemerge e consola i suoi tre figli: dà loro la missione di alleviare le pene del genere umano. Insegna loro tutto quanto sa sui poteri delle erbe del posto, prima di sparire per sempre.
I tre figli di Gwyn e della Signora del Lago diventano i più esperti medici del Galles, Rhiwallon soprattutto.
La loro fama e i loro servizi arrivano a Rhys Gryg: in pegno per la loro incredibile perizia, dà loro titoli nobiliari, privilegi e terre nella vicina Myddfai.
Il percorso a doppio senso tra realtà e mito finisce qui, l’autentica scuola dei Medici di Myddfai comincia.
La realtà storica dei Medici di Myddfai
Curano il signore di Deheubarth, i nobili e i poveracci in egual misura.
I figli di Rhiwallon continueranno la missione, facendo della Meddygon Myddfai la più popolare scuola medica del paese, ancora attiva secoli dopo.
E in un mondo in cui tutto si trasmetteva oralmente, come si arriva ad avere un ricettario scritto?

Rovine del Castello del principe Rhys Gryg, oggi
Fu il principe Gryg a chiederlo esplicitamente a Rhiwallon: “per preservare la loro scienza, che potrebbe non esserci in futuro qualcuno che conosca tutto il loro sapere”.
Alcuni dei rimedi che prescrivono, potrebbero risalire ai tempi di Hywel Dda, Re del Galles del X secolo. Alcuni, molto probabilmente, ancora a molto tempo prima.
Come in qualsiasi altra cultura, in Galles c’era un sapere popolare legato alle malattie e alle cure; qui, tuttavia, i depositari di questo sapere erano i druidi.
Il sapere medico dei druidi
Più esattamente, a detenere le conoscenze mediche nell’antico Galles, era l’Assemblea degli Uomini di Scienza: il Gwydonniad.
Questo corpo sacerdotale si occupava tanto della cura del corpo come di quella dell’anima.
I tre campi del sapere di loro interesse erano: teologia, astronomia e botanica medica, dato che le loro cure erano soprattutto derivate dalle piante.
Le loro conoscenze li rende venerati dal popolo, la loro autorità è assoluta.
Amministrano i riti religiosi, impartono la giustizia, il popolo pende dalle loro labbra. Chi ne sfida il governo, finisce ostracizzato.
Nel V secolo aC, prima ancora di Ippocrate, sappiamo che la ricerca e la pratica medica sono fomentate dalle autorità politiche gallesi.
Ce lo dice la raccolta di leggi di Dyvnwal Moelmud. Le tre arti alle quali vi si fa speciale menzione, sono le cosiddette tre arti civili: navigazione, commercio e, appunto, medicina.
Il geografo dell’antichità Strabone commenta che i druidi gallesi conoscono la fisiologia.
La fisiologia? I druidi?
Sappiamo per certo, tramite gli scritti dei Medici di Myddfai, che Ippocrate è conosciuto ed apprezzato nella scuola medica gallese.
Ma si tratta comunque di quasi duemila anni dopo. Come ci sarebbe arrivato Ippocrate nel Galles antico?
C’è chi azzarda l’ipotesi della pista francese: gli etruschi e fenici che giravano per la Francia dell’epoca, sarebbero arrivati in Bretagna e lì trasmesso le nozioni di medicina greca alle popolazioni celtiche locali.
I druidi avevano forse conoscenze mediche avanzate per il tempo, ma restavano fedeli alla loro cosmogonia
Per loro, il mondo era tanto il risultato delle forze materiali quanto di quelle spirituali; perciò praticavano la medicina, sì, ma intrisa di misticismo celtico.
Le erbe, le acque termali e gli abbondanti consigli, tutti molto attuali: mantenersi attivi, la moderazione, l’allegria, il mattino ha l’oro in bocca…
I druidi vivevano per le loro genti, ma non tra le genti: preferivano stabilire la loro residenza nei boschi di querce.
Gli alberi sui quali cresceva il vischio, erano dèi per loro: anche il vischio era usato nei trattamenti terapeutici, tagliato dall’arcidruido nel corso di una cerimonia e poi bollito.
Erano insomma dei farmacisti in erba, anche se ci sono forti dubbi sull’effettiva comprensione di quanto stessero facendo.
La scarsità di documenti, nessuno dei quali di origine gallese, ostacola molto la comprensione del fenomeno.

Arcidruido tagliando il vischio sulla quercia, in un’incisione del XVII secolo
Occorrerà aspettare il VI secolo dC e Taliesin Ben Beirdd, Capo dei Bardi, per avere del materiale sufficiente per speculare.
Il bardo gallese, parte di quella casta sacerdotale devota ai canti e alle poesie, dà prova di conoscenze di anatomia e medicina.
Arriva il Medioevo in Galles
Poi, c’è un silenzio di quattro secoli: i gallesi erano occupati su svariati fronti di guerra.
Poco tempo disponibile, a parte difendere con le unghie e coi denti la patria. Arriva Howel Dda detto Il Buono, nel X secolo dC: si ricomincia ad avere testimonianze della medicina gallese.
Il monarca celta promulga leggi in favore della ricerca medica, della sua pratica, la creazione di una lista di prezzi di medicine e visite, nonché dell’istituzione del medico di corte.
Il medico gallese può prendere in prestito qualsiasi cavallo disponibile per soccorrere un malato in grave pericolo: una sorta di immunità medica.
E da qui, ci catapultiamo al XIV e a quanto messo per iscritto da Rhiwallon e dalla sua stirpe di archiatri.
Arriva il XIV secolo in Galles e i Medici di Myddfai
Il corpo documentario dei Medici di Myddfai, disponibile grazie al Libro Rosso di Hergest, comprende 188 sezioni che trattano di anatomia, patologia, chirurgia, fisiologia, terapie varie.
La chirurgia è rudimentale, si trapana spesso: il confine tra medico, barbiere e fabbro è piuttosto confuso.
Censiscono circa 175 specie vegetali: menta, digitale, valeriana, spesso infuse, decotte o trasformate in unguenti.
Io non sono capace di decifrare l’efficacia di certi preparati, ma te ne offro un paio e vedi un po’ tu che ne ricavi:
- per favorire il sonno: prendere delle capsule di papavero e pestarle con il vino
- per una puntura: prendere dell’escremento di toro e applicarvelo sopra
- per la sordità: prendere dell’urina di montone, della fiele d’anguilla, della linfa di frassino e introdurre il tutto nell’orecchio
I Medici di Myddfai erano amanti degli emetici e dei clisteri, delle supposte e dei purganti.

Procedimento del clistere nel Medioevo. Notare le espressioni facciali dei due individui.
E fortunatamente abbiamo un ulteriore manoscritto, lasciatoci da un discendente di Enion verso la fine del ‘400: amplierà le ricette e quanto sappiamo della medicina gallese dell’epoca.
Oltre a confermare quanto riportato dal Libro Rosso di Hergest, vi si indicano ulteriori dati di interesse.
Lo scrivente Rhys, qui, mette l’accento sui loro sforzi nel campo dell’eziologia, lo studio delle cause dei malanni.
La febbre è prodotta da un eccesso di caldo e di freddo. La gotta era dovuta a una essicazione degli umori da cui deriva una pietra calcarea.
Praticati erano pure i salassi, in linea con le pratiche mediche del resto d’Europa.
La farmacopea comprendeva più di 800 piante e, a dispetto di quanto potrebbe uno aspettarsi dopo aver letto qui sopra, la gran parte è oggi ancora impiegata in medicina.
Tra i due manoscritti di cui disponiamo, ci sono cent’anni di attività dei Medici di Myddfai: viene da pensare che, essendo passati da 175 a 800 e rotti piante catalogate, in effetti abbiano avuto un grande fervore.
Una fama meritata, tuttavia… ci sono pure ingredienti meno ortodossi.
I capelli di bambino, le salamandre, gli scarafaggi, la fiele della lepre, l’urina di cervo, il grasso dei gatti maschi, etc.
A paragone, la birra e l’idromiele citati in non poche ricette, fanno la figura della penicillina.
In questo secondo testo, l’elisir contro l’insonnia è il medesimo del Libro Rosso di Hergest, ma invece del vino, si pestano le capsule di papavero nella birra.

Miniatura di monaco sbevazzando idromiele. Apparentemente, il distillato era apprezzato tanto dai pagani, tanto gli antichi come i neopagani contemporanei, come dai cristiani.
Chiudono il manoscritto quelle che oggi chiameremo deontologia medica e buone pratiche.
Alcuni punti degni di menzione:
- una lista di strumenti necessari all’esercizio della professione: lame per aprire gli ascessi, coltelli spatole in acciaio ed argento, cannule, pillole, impiastri, unguenti;
- obbligo d’aver un giardino dove coltivare le specie vegetali necessarie a preparare le medicine;
- essere un uomo retto, pacifico e a non offendere mai i suoi pazienti, con molta attenzione riguardo alle donne;
- portare sempre con sé la borsa con strumenti e medicine.
La sapienza dei Medici di Myddfai verrà scrupolosamente passata di padre in figlio per secoli, all’interno del clan fondato da Rhiwallon, fin quando l’ultimo discendente della noble stirpe morirà senza prole, nel 1743.
La fama dei Medici di Myddfai raggiungerà buona parte della Gran Bretagna e anche d’Europa.
Ma per una di quelle storture storiche che si stenta a comprendere, il Myddfai contemporaneo è lo spettro di quello che rappresentò.
Myddfai, Carmartershire, com’è oggi
Passeggiando oggi per il paesino, uno trova l’allure tipico dei piccoli borghi gallesi: pietre color ardesia, l’azzurro del cielo e una natura verde smeraldo.
C’è l’impressione che da un momento all’altro possano spuntare gli antichi eroi celtici cantati nei poemi epici.
A Myddfai, le amministrazioni locali e la gente del posto stanno cercando di usare questo soft power per salvare la zona da un declino inesorabile.
Raccontano gli abitanti che prima qui una comunità c’era; piccola, sì, ma non così tanto, ed attiva.
Jo Gideon è stato uno dei motori di un progetto di riqualificazione territoriale che, facile da immaginare, gira intorno alla scuola dei Medici di Myddfai.
Un set di prodotti di benessere a base di erbe: vorrebbero che il piccolo borgo si coprisse di laboratori artigianali ed erboristerie per attrarre visitatori ed acquirenti, ergo provocando un miniboom economico che permetta ai giovani di restare.
Myddfai, prima, aveva un ufficio postale, tre pub, due negozi, un fabbro e una macelleria.
Con l’esodo della gioventù in cerca di lavoro in città più grandi, uno dopo l’altro, hanno abbassato le saracinesche.
I risultati degli sforzi di dieci anni di riqualificazione sono dubbi: ci sono adesso un paio di marche che vendono prodotti con il brand dei Medici di Myddfai, ma siamo lontani dagli obiettivi iniziali.
Tuttavia, grazie ad un turismo che, in Galles come nel resto del pianeta, non smette di crescere, il numero di viaggiatori che passano di qui, è in aumento.

Vista del Parco Nazionale di Brecon Beacons
Attirati dalle seduzioni paesaggistiche del parco di Brecon Beacons, dalle stradine con antiche iscrizioni piene di W e di Y e dalla leggenda della Signora del Lago, fanno spesso almeno un pit-stop nel paesino.
Passano per il Centro Turistico, si ospitano in uno dei B&B rurali sparsi nel territorio e ripartono.
Visitando il “centro” del paesino sarebbe difficile accorgersene, ma il tracollo demografico non ha smesso.
َA parte il Community Hall & Visitor Centre, ci sono giusto un paio di chiese con cimitero ed una ventina di case.
C’è qualche tour organizzato per andare nelle terre di Nelferch, i cui figli saccheggiavano di piante per riempire la loro farmacia.
La Pant-y-Meddygon, la Valle Boscosa dei Medici, è indubbiamente un angolo di grande bellezza e suggestione.
Ma questo non è un turismo commerciale.
Il Galles non è per consumatori frettolosi di attrazioni: è per gente che sa sconnettersi da tutto per ascoltare una storia, per cercare di capire come si vive nel paese con la maggior densità di leggende per metro quadrato del pianeta.
Serve una disposizione dello spirito ormai privilegio di pochi.
Il Galles antico non era sottosviluppato
Recentemente, si sta rivedendo la presunta arretratezza storica del Galles rispetto alla vicina Inghilterra e al resto d’Europa.
Per secoli, l’immagine del gallese era quella del cugino di campagna, sporco di fango e carbone, malconcio, che parla solo di greggi in un incomprensibile dialetto gallese.

Pastore gallese negli anni 50. Più pecore che abitanti: il Galles è la Nuova Zelanda d’Europa.
Avevano scambi con l’esterno. C’erano farmacie che vendevano spezie dalle Indie.
Per quanto peregrini possano sembrare i farmaci e le cure scritte in questo post, a Londra la medicina era molto simile a questa.
Inoltre, non pochi nobili gallesi visitavano le città europee del tempo e venivano contaminati dalle loro mode.
Ma resteranno sempre profondamente, prima di tutto, gallesi.
Adoratori degli eroi dei loro poemi, dei corsi d’acqua, dei querceti dove questi celti isolani ricorderanno sempre che gli dèi li osservano ed amano, perché fanno crescere il Prenawyr, la pianta celestiale, il vischio vigoroso, sui loro tronchi.
Per approfondire
Inghilterra e Galles, del Touring Club Italiano: un’eccellente guida alle zone trattate in questo post.
Le guide del Touring Club mettono maggiore enfasi sul lato culturale del paese, che su alberghi e ristoranti.
Brecon Beacons, di Tom Hutton: una collezione di percorsi abbordabili all’interno del Parco Nazionale di Brecon Beacons.
Myddfai e la zona nella quale nasce la leggenda dei genitori di Rhiwallon, sono qui dentro.
I Mabinogion, raccolti da Isabella Abbiati e Grazia Soldati: la popolarissima collezione dei racconti epici gallesi, immancabile in ogni casa gallese.
Grande fonte di ispirazione per una gran quantità di scrittori, tra i quali Tolkien.
I Celti. Dal Mito Alla Storia, di Oliver Buchsenschutz: libro rigoroso sui celti, popolazione troppo spesso data a mistificazioni New Age.
La realtà storica dei celti, come si evince leggendolo, continua ad essere magica.
Bel articolo Pietro. La storia sella medicina non cessa di stupire.
Bell’articolo infatti.
Il mondo ha una gran fame di celticità. Peccato che i soli aspetti della cultura celtica che siano noti al grande pubblico, siano le solite paccottiglie esoteriche.
Grazie di questa divulgazione.
Grazie Antonio. Non potrei essere più d’accordo con il tuo punto di vista.