Chi crede che le nuove religioni, o le antichissime, non abbiano più posto nel mondo di oggi, si sbaglia. Non conosce l’auge dell’odinismo.
Ebraismo, cristianesimo, islam e buddismo riempono TV, stampa, librerie e social networks. Ma le confessioni pagane o neopagane si stanno ritagliando spazi sempre più grandi.
Si nutrono di quella eterna spinta a trovare risposte, che è propria dell’essere umano. Spinta che non è soddisfatta dalle religioni maggiori.
In questo post, parlerò dell’odinismo. Un caso peculiare di ritorno al paganesimo, lontano dai fiordi scandinavi e dalle foreste di conifere del Grande Nord.
Una comunità religiosa più vicina di quanto credi.
Il neopaganesimo del sud Europa
Navas de Jorquera è un comune della Mancia spagnola. Sì sì, quella di Don Chisciotte. La terra è ocra, i borghi che punteggiano qua e là sono ocra, il cielo è grigio.
Uno può percorrere questa terra per chilometri e chilometri, senza scorgere anima viva.
Cereali e pietraie sono quello che si vede fino all’orizzonte, ma avvicinandosi al borgo ci sono anche tralci d’uva, di un cultivar ben resistente. D’inverno qui si gela; d’estate si dorme beatamente, ma durante il giorno le temperature sono così alte che schiacciano al suolo chiunque non sia manchego doc.
Silenzio, spazi vasti, natura brulla. Che ci viene a fare uno qui? O si è perso, oppure va al tempio odinista di Gaut.
Tempio odinista? Sì. In… Spagna?
Sì.
A dieci minuti di macchina dal villaggio, c’è l’unico edificio di culto della Comunità Odinista di Spagna, riconosciuta dal Ministero di Giustizia dal 2007.
Neopagani, insomma: persone che (ri)scoprono l’eredità precristiana del nostro continente.
Secondo alcuni, inventano più che scoprire. Secondo altri, si ispirano il più possibile alle antiche religioni, riadattandole inevitabilmente alla vita contemporanea.
Non sono così pochi come sembrerebbe. Ma ora occorre fare un preambolo.

Entrata al tempio Gaut di Odino, Navas de Jorquera, Albacete, Spagna.
L’odinismo, e il neopaganesimo, oggi
Il neopaganesimo è in aumento, ovunque.
Sempre più persone trovano nelle antiche credenze pagane quanto non sono riuscite a trovare nelle altre religioni o nemmeno nell’ateismo.
Sono movimenti più forti in Nordeuropa, a volte legati a gruppi di estrema destra, ma anche a collettivi che mettono nello stesso sacco qualsiasi cosa esuli dalla tradizione occidentale-giudeo-cristiana: la reincarnazione, la santeria cubana, lo sciamanesimo sudamericano e quant’altro.
Non mancano quanti aggiungono ogni tipo di teoria alternativa: il pianeta Nibiru, la caffeina inventata dalla CIA, una razza aliena che controlla i leader politici mondiali, le scie chimiche, etc.
Per loro, risuscitare la cultura pagana o ricrearne una, è un altro modo di mandare in pensione lo stile di vita e la spiritualità dominante contemporanea, che non li soddisfa.
Per alcuni di loro. Altri, si neopaganizzano con serietà. Si può criticarli e deriderli, resta il fatto che la dedizione che dimostrano farebbe gola a tanti vescovi nostrani.
Ci sono decine di paganesimi diversi: greco, romano, celtico, nordico.
Quello che oggi sembra andare per la maggiore è il paganesimo nordico o odinismo, forse foraggiato da decenni di film, serie, libri e videogames.
Nessuno di loro fa proselitismo, ma oltre all’arsenale mediatico in campo, c’è altro a tirarne su la crescita: gli scandali delle chiese cristiane, l’ideale del ritorno alle radici della propria civiltà, una supposta maggiore vicinanza alla natura. Tutto condito dall’insofferenza crescente a tutto quanto puzzi di occidentale.

Gruppo di odinisti riuniti all’interno del tempio di Gaut
Un caso di odinismo contemporaneo
Vediamo qual è il caso spagnolo.
Secondo Manuel Garzón, vicepresidente dell’organizzazione, gli aderenti sono tra i 15.000 e i 20.000; probabilmente, nella stima si includono i credenti veri e i simpatizzanti. È comunque una cifra considerabile.
Il grande successo della serie Vikings di History Channel, dei film Thor della Marvel o dei vari gruppi rock scandinavi che bevono a queste stesse fonti, hanno istillato curiosità in non poche persone, ma anche creato delle idee preconcette che danneggiano la causa odinista.
Ci sono giovani, giovanissimi ma anche persone di mezza età, per lo più uomini, di alto profilo educativo.
Per loro, Internet è stato spesso un grande strumento. C’è piena parità tra uomini e donne, sebbene sembra che il sesso femminile scarseggi tra i circoli odinisti.
Forse con l’auge di Lagertha, una delle protagoniste di Vikings, madre amorevole ma anche abile stratega e guerriera feroce, le cose cambieranno.

Un fedele porta la legna per il fuoco, cruciale nella liturgia odinista.
C’è un punto che sembra contraddire uno dei principi dell’odinismo: se si tratta di riesumare le tradizioni dei propri antenati, quanta sangue nordica potrebbe scorrere in Italia, Grecia o Spagna?
Non più di quanta sangue mediterraneo o mediorientale abbiano, probabilmente.
Alcuni neopagani obiettano che il cristianesimo, non appartiene all’Europa: è una costola del giudaismo nata nel Mediterraneo occidentale. Trattasi, geograficamente, di Asia.
Vero, ma non è la stessa cosa.
Il cristianesimo non ha mai stabilito la necessità di una linea di sangue, per appartenervi. Ne è la prova il grande proselitismo che l’ha sempre caratterizzato.
L’odinismo è riconosciuto dallo Stato
Sia come sia, in molti paesi i gruppi neopagani sono ormai organizzazioni riconosciute legalmente come religione. Possono officiare sacramenti, avere sepolture in cimiteri propri, templi e strutture, nonché ricevere finanziamenti statali.
Non ci sono profeti, non c’è dogma, non c’è un leader spirituale.
Non ci sono Sacre Scritture: le Saghe Islandesi vengono spesso lette e commentate, ed usate da qualche confessione durante i riti.
C’è tuttavia un’eccezione: l’odinismo spagnolo riconosce ora come testo sacro la Saga di Teutoburgo, dello scrittore ispanoamericano Artur Balder. Torniamo a concentrarci su questo ramo dell’odinismo.
Sono centrali il culto della natura e degli antenati. E gli dei germanici: aesir e vanir. A guardare da vicino, nei valori di base, la convergenza con la tradizione giudeo-cristiana è notevole.
I riti possono essere officiati ovunque, anche se l’ideale sarebbe appunto farlo in natura. Un prato, un bosco, una spiaggia.
È per questo che, in quest’angolo della provincia di Albacete, il tempio è privo di tetto: dev’esserci una comunicazione con la natura, nonostante il freddo.
E dato che le principali celebrazioni odinistiche riguardano il cambio di stagione e gli eventi agrari, sarebbe un controsenso farlo chiusi tra quattro mura.
Non tutti i kindred, le parrocchie odinistiche, hanno un tempio. Gli spagnoli, tra l’altro, non si sono ancora spinti al punto da reclamare alle autorità cattoliche i templi che a causa della cristianizzazione del paese sono stati riconvertiti in chiese.
Come sono arrivati gli odinisti spagnoli ad avere un tempio proprio? Vichinghi o germani hanno invaso la penisola iberica e vissuto un tempo da queste parti professando la loro fede?

Cerimonia odinista nel salone principale del tempio di Gaut, a Navas de Jorquera.
Non esattamente: i flussi più grandi da quell’angolo di mondo furono l’invasione visigota e gli attacchi vichinghi alle coste.
Nel primo caso, gli invasori erano già cristiani. Nel secondo, si trattò solo di razzie, niente di paragonabile al Danelaw britannico, al regno normanno francese o agli insediamenti nell’Est Europa.
Il tempio di Gaut è stato costruito pietra su pietra dai membri della Comunità Odinista Spagnola. Il terreno è di proprietà del presidente e nel 2006 si misero all’opera.
C’è una zona per le sepolture, una per i fuochi (centrali nella liturgia odinista), una sala principale con altare, spazio per accamparsi durante la notte.
È stato durante un bel tempo l’unico tempio europeo in funzione.
L’odinismo visto da dentro
Una parrocchia odinista deve avere il suo godi e il suo vidki, che potrebbero essere descritti come sacerdoti con diversi compiti. Il primo dirige le cerimonie, il secondo fa a intermediario tra le norne, le dee che tessono il destino, e gli uomini. Si servono delle rune scolpite su dischi di legno.
La runa è un altro ingrediente fondamentale dell’odinismo: servono ad interpretare il futuro, sacralizzare gli spazi, proteggere chi le porta a mò di talismano.
Non mancano le valchirie, anche loro “diacone” del godi.
Le rune sono simboli potenti. Come la svastica. Gli odinisti sono preoccupati della facile associazione con l’estrema destra o altre ideologie fanatiche.
Già: nella stessa Spagna c’è un altro gruppo religioso, invece, che prende tanto le idee politiche quanto il substrato spirituale, direttamente dal nazismo.
Niente a che spartire con loro, noi siamo un culto religioso e non abbiamo nessuna affiliazione politica.

Altra zona del tempio di Gaut, a Navas de Jorquera
Il senso dell’odinismo nel XXI secolo
Il recupero dell’ identità nordica sta diventando una costante: sia di quella religiosa che di quella più etnica, come nel caso degli Skogfinn.
Quando si parla di neopaganesimo in società, si tende a concludere il discorso con: “gli manca qualche rotella” o “hanno tanto tempo libero”.
Ma forse aveva ragione Carlo Maria Martini, quando diceva:
La differenza rilevante per me non passa tra credenti e non credenti, ma tra pensanti e non pensanti; ovvero tra coloro che riflettono sui vari perché e gli indifferenti che non riflettono.
Li si accusa di essersi avvicinati ad una religione artificiale, estranea alla loro terra, di essersela aggiustata intorno ai propri gusti.
Il cattolico medio potrebbe non uscire vincitore da un tale confronto:
- Il pantheon dei santi cattolici è pericolosamente simile al politeismo,
- pregare di più il Santo di turno che il Padreterno non è certo in linea con il Catechismo,
- il Cristianesimo non è autoctono, in Europa,
- i suoi dogmi e i suoi riti sono per la maggior parte una fabbricazione posteriore su cui Gesù Cristo non ha avuto nulla da dire.
Ed infine, si è spesso cattolici in quello che pare a ciascuno. Aborto, comunione, confessione, convivenza prematrimoniale, accoglienza al prossimo, Messa domenicale.
La stragrande maggioranza dei fedeli si avvicina alla fede come chi vuole comprare una macchina: questo non lo voglio, questo sì, questo no, quello sì.
Il cristianesimo si direbbe una religione altamente personalizzabile.

Ernesto García, fondatore della Comunità Odinista Spagnola, in veste di sacerdote all’interno del tempio di Gaut.
Normalizzare le relazioni dell’odinismo con lo Stato
Uno dei punti dolenti è la normalizzazione delle relazioni con lo Stato spagnolo.
Il culto odinista è sì riconosciuto, ma non come religione a tutti gli effetti. I battesimi e le nozze, per esempio, sono puri atti simbolici. Un godi va a visitare a un malato all’ospedale come amico, non in veste clericale.
Nel frattempo, non resta che vivere da odinista nella solitudine di kindred ancora poco popolati, ritrovandosi durante le feste comandate.
Il godi alza il martello di legno, simbolo del martello di Thor. Il vino (o l’idromiele, per chi ce l’ha) viene versato nel corno: una parte viene bevuta, un’altra offerta alla dea terra. Parte il tamburo e iniziano le offerte di fronte al fuoco.
Contemporaneamente, legioni intere andranno da IKEA a festeggiare il Midsommar e lo Yule, cioè le feste del solstizio d’estate e d’inverno che la catena svedese programma in mezzo mondo.
Regalini a base di fiori, polpette e salsa di mirtilli, workshops per fare ghirlande… animazione per grandi e piccini.

Paesaggio rurale di Navas de Jorquera, in piena Mancia spagnola
Alla larga dagli odinisti, quelli sono svitati. Ma andiamo al centro commerciale: un’occasione per festeggiare non si rifiuta mai.
Letture su odinismo e paganesimo
Vikings – Prima Stagione: serie prodotta dal canale TV canadese History.
Le Nuove Religioni, di Massimo Introvigne
La Conversione Religiosa. Studio Bio-Psicologico, di Sante de Sanctis
Gli dei vichinghi. Religione e miti di un popolo guerriero, di Edward O. Turville-Petre
Per visitare la Castiglia-La Mancia, Spagna
Visitare il tempio odinista di Gaut è certamente interessante, ma il resto della Regione non lo è di meno.
Castiglia-La Mancia ha l’immeritata fama di non essere la parte più interessante della Spagna. Dissento: la sua è una bellezza meno immediata, ma belleza è, in ogni caso. Le distese infinite di uliveti, vigne e campi di cereali, su questa terra color ocra punteggiata qua e là da colline su cui si elevano castelli e mulini, non lascia indifferente il viaggiatore.
Il modo migliore di arrivare dall’Italia in Castiglia-La Mancia, è tramite aereo:
- dall’aeroporto di València, che è a 13o km da Navas de Jorquera. València è la città spagnola con la maggior quantità di voli low cost dall’Italia;
- alternativamente, dall’aeroporto di Alicante, che è a circa 200 km dal borgo. Arrivano la metà dei voli, rispetto a València.
La rete dei trasporti pubblici è carente in Castiglia-La Mancia, come in tutte le Regioni con bassa densità demografica. Ci sono poche connessioni solo con le città principali: è possibile, ma ci sono un sacco di luoghi che non potresti vedere. Io direi che è il caso di affittare una macchina.
Le infrastrutture, ad ogni modo, sono molto buone e moderne. Guidare è facile anche per chi ha appena preso la patente.
I costi degli hotel in Castiglia-La Mancha sono bassi, a paragone con quelli delle zone più turistiche. C’è abbondanza di strutture ricettive a prezzi contenuti e buona qualità: per fare una vacanza low cost, è una delle migliori destinazioni.
Booking.com
È una destinazione, questa, adattabile a vari tipi di turismo:
Cosa fare in Castiglia-La Mancia
Cicloturismo: grandi percorsi, ben segnalati. I dislivelli sono scarsi, sebbene le distanze possano essere lunghe.
Ah, occhio al clima: a luglio ed agosto, la temperatura può alzarsi parecchio e potrebbe non avere troppa voglia di inforcare la bici. In estate, meglio cercare piste ciclabili all’ombra, tipo quelle nella Hoz del Júcar, ottimo posto anche per passeggiare a piedi.
Vita notturna: tipicamente, in Spagna è ricorrente trovare un clima festaiolo, di notte e il fine settimana. Ad Albacete, tuttavia, la parola festa prende un’accezione superiore. Per le vie del centro, non è insolito vedere fantastiche bande di gente che alle tre del pomeriggio, inizia a celebrare come fossero le undici di sera.
Se sei un party animal, devi fermarti un paio di giorni ad Albacete.
Turismo enogastronomico: La Mancia offre piatti contundenti come il gazpacho manchego o le migas manchegas, raccomandabili quando la temperatura atmosferica non va oltre i 16ºC. Per l’estate, mi terrei buono con un pisto manchego, il favoloso agnello locale, proverei una delle rinfrescanti creazioni liquide manchegas tipo il zurracapote, particolarmente indicato per i pomeriggi estivi.
Shopping: uno dei settori forti da secoli della manifattura di Albacete e provincia, sono i coltelli. Per bizzarro che sia, continuano ad essere prodotti in situ con la stessa perizia di una volta: se non viaggiassi con il solo bagaglio a mano, potrebbe essere un acquisto interessante.
Inoltre, come souvenir sensoriali, ci sono molte opzioni: uno dei fantastici quesos manchegos, i formaggi di questa regione; uno dei vini locali con Denominazione d’Origine; un paio di dolci tipo i tipicissimi hojuelas e i miguelitos; e gli insaccati di maiale o cacciagione. I cinghiali abbondano da queste parti, e poco fuori il capoluogo, c’è l’allevamento sperimentale di cervi più grande d’Europa, prova del grande impatto di questi animali nell’economia locale.
Turismo culturale: a nemmeno un’ora di distanza da Navas de Jorquera, puoi trovare tesori come le Cuevas del Diablo di Alcalá del Júcar, il castello di Chinchilla de Monte Aragón e la fortezza islamica di Almansa.
Albacete, invece, non è una città che abbondi di monumenti, ma se passi di qui ci sono un paio di cose che vale la pena di vedere. Inoltre, se ti sposti con i mezzi pubblici, è uno dei pochi posti a cui potrai arrivare agevolmente. La Cattedrale e il Museo de Albacete, con la sua collezione archeologica da tutta la provincia, meritano una visita.
Turismo quijotesco: l’eroe di Miguel de Cervantes e il suo fido scudiero Sancio Panza, sono proprio di queste terre. Sembra quasi di poterseli trovare di fronte da un momento all’altro. In attesa di un siffatto incontro, si possono visitare le località nelle quali si è svolta la sua storia: i castelli di El Toboso (con la casa-museo di Dulcinea) e Belmonte, o i mulini di Mota del Cuervo e Consuegra.
Se preferisci unirti ad un tour organizzato, più che andare per conto tuo, potresti trovare interessanti queste proposte :
In ogni caso, qualsiasi sia il tuo tipo di viaggio, un buon punto di partenza generale è la guida Lonely Planet:
Spagna – Lonely Planet
Mi piace la guida turistica della Spagna della Lonely Planet, perché è l’unica che conosco che scriva decentemente sulla Castiglia-La Mancia. Le altre, la trattano in modo riduttivo.
***
Se ti è piaciuto questo post sulla nascita dell’odinismo in terre mediterranee, o non vedi l’ora di visitare la Castiglia-La Mancia, condividi con i tuoi amici.
Ci vedremo da queste parti?
Buone letture & Buon viaggio!
Pietro
Lascia un commento